Dicono di Me

Come è nata la passione per il ricamo?

Questa passione è nata prepotentemente come un fulmine a ciel sereno circa un paio di anni fa grazie ad una persona che mi ha messo in mano ago e filo. E da quel momento, come per magia, questi due elementi hanno preso il sopravvento.

Mi sono sempre chiesta come mai questa cosa mi sia risultata così naturale e forse la risposta è nella mia infanzia: la nonna paterna era bravissima all’uncinetto, come del resto quasi tutte le donne dell’epoca, e la mamma una molto precisa nelle lavorazioni di cucito. Inoltre sono cresciuta in un ambiente completamente femminile e molto devoto quindi ho sempre respirato i temi sacri. La cosa buffa è però che non ho mai avuto occasione di imparare nulla da loro: ogni volta che chiedevo come si fa questo e come si fa quello mi dicevano sempre di andare fuori a giocare. E io le ha ascoltate!

Ma i semi erano stati piantati e la mia curiosità per gli oggetti antichi, in particolare per i tessuti, hanno annaffiato quel che era già pronto per germogliare. Ho talmente preso sul serio questi segnali che ho deciso di trasformare questa passione nel mio lavoro, aprendo una società e creando il mio brand @the.red.embroidery.

La cosa più̀ bella che ti è successa da quando hai deciso di intraprendere questo progetto?

La cosa più bella che mi è successa da quando ho iniziato a realizzare i miei pezzi è una cosa che in realtà si ripete ogni volta che una mia cliente riceve il prodotto che mi ha ordinato: i messaggi e le “dichiarazioni” d’amore che ricevo grazie ai miei manufatti sono il carburante che alimenta la mia passione.

Un’altra cosa bellissima a cui tengo molto e che, dopo tempo e sforzi, è finalmente partita è la collaborazione con le ospiti della casa circondariale di Mantova. Ad oggi sto collaborando con due di loro. Ero curiosa di conoscere meglio questa realtà di cui sapevo poco e in più ho bisogno di aiuto per poter aumentare la mia produzione mantenendo però un’alta artigianalità. Mi sono domandata se fosse possibile creare un circolo virtuoso. La risposta mi sembra possa essere affermativa.

E sempre in questa prospettiva sto coinvolgendo anche donne non più giovanissime che non lavorano più ma che sanno usare ago e filo perché lo hanno fatto da giovani.

Mi piace pensare che sto rimettendo in pista donne che hanno tante carte nascoste ancora da giocare e molto da insegnare.

Insomma, una ricca comunità eterogenea tutta al femminile.

Perché̀ la tua vita dovrebbe ispirare la vita di altre donne?

Mi ritengo molto fortunata, nonostante il destino con me non sia stato affatto dolce quando ero piccola.

La mia anima è venuta fuori in una maniera che tanto mi piace e che mi permette di coinvolgere, aiutare e valorizzare anche altre persone, realizzando cose belle e apprezzate che mi diverte tanto fare.

Sono fortunata perché ho una famiglia che mi sostiene in questa avventura.

Fortunata perché la mia espressività arriva in un contesto maturo e favorevole alle mie creazioni: i miei ricami con molta probabilità 50 anni fa non sarebbero stati apprezzati perché non convenzionali e inoltre arrivano dopo decenni di globalizzazione e produzione seriale. Molte persone sono tornate ad apprezzare il pezzo unico, ricercato, fatto a mano e perfino personalizzato.

Ma nonostante tutte queste fortune, il tutto è partito perché IO l’ho voluto fortemente.

Dalle notti quasi in bianco per terminare i miei pezzi (ho tre figli e un lavoro part time) alla ricerca dei materiali, dal gestire i social alla sperimentazione.

Mi sono messa in gioco e anche in luce in prima persona, proprio io che non mai amato apparire.

L’ho voluto fare per darmi una possibilità, perché credo fortemente in quello che faccio, per essere me stessa davanti ai miei figli e a mio marito, e perché non voglio avere il rimpianto di non averci provato.

Questo è il messaggio che vorrei fosse di ispirazione per altre donne: se credete fortemente in qualcosa, provateci con tutte voi stesse.